DETRAZIONI PER LA RISTRUTTURAZIONE DEL DECRETO RILANCIO
Il Decreto “Rilancio” varato dal Governo lo scorso 19 maggio punta a programmare, tenendo fede alla propria denominazione, una serie di manovre atte a favorire una graduale ripresa economica del Paese in seguito alla feroce crisi dovuta alla Pandemia. Tra i vari settori coinvolti dal decreto, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, spicca quello delle costruzioni, per il quale sono previsti numerosi interventi di stampo fiscale e detrazioni per le ristrutturazioni che mirano ad incentivare gli investimenti e, di conseguenza, la produttività in ambito edilizio.
Le detrazioni fiscali per l'edilizia previste per il 2020, in precedenza impostate fino ad un massimale dell’85%, sono state infatti ampliate fino al 110% per quanto riguarda sia gli efficientamenti energetici che gli interventi antisismici, mentre rimangono per lo più identiche per gli altri bonus già imbastiti per l’anno in corso.
Ma in cosa consistono questi bonus? E come si delineano queste detrazioni del 110%? Proviamo a specificare nel dettaglio i vari interventi.
Le detrazioni fiscali per l'edilizia previste per il 2020, in precedenza impostate fino ad un massimale dell’85%, sono state infatti ampliate fino al 110% per quanto riguarda sia gli efficientamenti energetici che gli interventi antisismici, mentre rimangono per lo più identiche per gli altri bonus già imbastiti per l’anno in corso.
Ma in cosa consistono questi bonus? E come si delineano queste detrazioni del 110%? Proviamo a specificare nel dettaglio i vari interventi.
DETRAZIONE SUPERBONUS 110%
Il SuperBonus nasce dalla volontà del governo di mettere in correlazione tra loro la crescita economica e la sostenibilità della produttività edilizia. L’aliquota di detrazione viene infatti aumentata fino al valore del 110% per le spese affrontate nel periodo che va dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 (tempistica che potrebbe estendersi fino al 2023), spese ovviamente riferite ad interventi specifici e regolamentati dal decreto.
Riprendendo la questione della sostenibilità, sono infatti incentivati gli interventi relativi al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, includendo inoltre l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
Al cosiddetto Ecobonus, si aggiunge altresì la detrazione per i lavori atti a ridurre il rischio sismico (sismabonus). Questa tipologia di bonus può, dunque, essere riscattata come detrazione, come sconto in fattura che il fornitore di servizi edili può concedere richiedendo a sua volta un credito a banche o enti finanziari, oppure come credito di imposta trasferibile ad altri soggetti. La detrazione, in ogni caso, è ripartibile in 5 anni secondo quote uguali tra loro.
I soggetti che possono beneficiare di questo bonus sono le persone fisiche (riguardo gli interventi su edifici definiti come loro abitazioni principali),(nonche in fase di valutazione anche le seconde case di proprietà)’ gli istituti autonomi case popolari (per i lavori su edifici gestiti per conto dei comuni), le cooperative di abitazione a proprietà indivisa (per gli interventi su immobili di proprietà ed assegnate in seguito ad uno dei soci), ed i condomìni.
Due ulteriori specifiche indicano che sono requisiti essenziali per usufruire del bonus il raggiungimento della classe energetica più alta per l’edificio (o comunque il superamento di due classi energetiche da quella di partenza) e l’intervento sulla prima abitazione nel caso a richiedere la detrazione sia una persona fisica.
Entriamo ora nel dettaglio dei singoli bonus che rientrano nella detrazione del 110%.
Riprendendo la questione della sostenibilità, sono infatti incentivati gli interventi relativi al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, includendo inoltre l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
Al cosiddetto Ecobonus, si aggiunge altresì la detrazione per i lavori atti a ridurre il rischio sismico (sismabonus). Questa tipologia di bonus può, dunque, essere riscattata come detrazione, come sconto in fattura che il fornitore di servizi edili può concedere richiedendo a sua volta un credito a banche o enti finanziari, oppure come credito di imposta trasferibile ad altri soggetti. La detrazione, in ogni caso, è ripartibile in 5 anni secondo quote uguali tra loro.
I soggetti che possono beneficiare di questo bonus sono le persone fisiche (riguardo gli interventi su edifici definiti come loro abitazioni principali),(nonche in fase di valutazione anche le seconde case di proprietà)’ gli istituti autonomi case popolari (per i lavori su edifici gestiti per conto dei comuni), le cooperative di abitazione a proprietà indivisa (per gli interventi su immobili di proprietà ed assegnate in seguito ad uno dei soci), ed i condomìni.
Due ulteriori specifiche indicano che sono requisiti essenziali per usufruire del bonus il raggiungimento della classe energetica più alta per l’edificio (o comunque il superamento di due classi energetiche da quella di partenza) e l’intervento sulla prima abitazione nel caso a richiedere la detrazione sia una persona fisica.
Entriamo ora nel dettaglio dei singoli bonus che rientrano nella detrazione del 110%.
ECOBONUS
Come accennato, è possibile avere accesso al SuperBonus del 110% per tutti gli interventi di riqualificazione energetica dell’edificio, con la detrazione applicabile alle spese sostenute dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Per far si che gli interventi di ristrutturazione dell’immobile effettuati possano rientrare sotto “l’ombrello” dell’ Ecobonus, questi devono essere associati a lavori atti a migliorarne la classe energetica.
Tra questi possiamo trovare:
L’Ecobonus copre anche gli interventi mirati all’installazione di impianti fotovoltaici, sempre se collegati ad eventuali lavori di riqualificazione come da descrizione precedente. Anche in questo caso la detrazione del 110% copre le spese affrontate dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021, basandosi su una spesa complessiva massima di 48mila euro o in ogni caso di 2400 euro per kw di potenza nominale, che si riduce fino a 1600 in caso di lavori di nuova costruzione.
Lo stesso discorso è valido per l’installazione di colonnine per l’approvvigionamento energetico dei veicoli elettrici, con la detrazione del 110% da ripartire anche in questo caso in 5 quote annuali e con i lavori da associare, così come per i pannelli fotovoltaici, agli interventi di riqualificazione descritti dal Decreto Legge.
Tra questi possiamo trovare:
- l’isolamento termico delle superfici verticali ed orizzontali (il cosiddetto “cappotto termico”),
- intervento atto a minimizzare la dispersione di calore dall’edificio e che rientra in un monte spese massimo di 60mila euro per unità immobiliare;
- la sostituzione dei dispositivi di climatizzazione esistenti sia in edifici unifamiliari che condominiali, sostituendoli con impianti (centralizzati nel caso dei condomìni) di riscaldamento o fornitura dell’acqua che raggiungano la classe A del prodotto;
- l’installazione di sistemi di accumulo di microgenerazione, ovvero impianti fotovoltaici, ibridi e geotermici, con una detrazione calcolata su un massimo di 30mila euro per unità immobiliare su cui si decide di intervenire;
- la detrazione è infine riconosciuta anche per le spese affrontate per la rimozione e lo smaltimento degli impianti obsoleti sostituiti, rientrando dunque pienamente nelle operazioni di efficientamento energetico.
L’Ecobonus copre anche gli interventi mirati all’installazione di impianti fotovoltaici, sempre se collegati ad eventuali lavori di riqualificazione come da descrizione precedente. Anche in questo caso la detrazione del 110% copre le spese affrontate dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021, basandosi su una spesa complessiva massima di 48mila euro o in ogni caso di 2400 euro per kw di potenza nominale, che si riduce fino a 1600 in caso di lavori di nuova costruzione.
Lo stesso discorso è valido per l’installazione di colonnine per l’approvvigionamento energetico dei veicoli elettrici, con la detrazione del 110% da ripartire anche in questo caso in 5 quote annuali e con i lavori da associare, così come per i pannelli fotovoltaici, agli interventi di riqualificazione descritti dal Decreto Legge.
SISMABONUS
La particolare conformazione del territorio italiano l’ha da sempre reso sensibile agli eventi di tipo sismico: negli ultimi anni le misure del governo italiano si sono gradualmente spostate da una politica atta alla ricostruzione in seguito ai danni causati dalle calamità, ad una favorevole alla prevenzione.
Proprio per questo motivo, il sismabonus è un incentivo formulato per favorire una messa in sicurezza delle abitazioni e delle attività produttive situate in zone sismiche (esclusi gli edifici in zona 4), le cui spese potranno usufruire di una detrazione maggiorata a sua volta del 110%. Questa percentuale può però scendere fino al 90% in caso di cessione del credito ad un’impresa assicurativa ed una conseguente stipula di una polizza atta ad tutelare il rischio di danni causati da, appunto, eventi sismici.
La spesa massima consentita per poter accedere al bonus è di 96mila euro, da moltiplicare per le differenti unità immobiliari nel caso di intervento su complessi abitativi o produttivi. Si continua, dunque sulla scia di una politica “green” sempre più attenta alla sicurezza, che favorisce dunque interventi a favore di un consumo energetico più razionale ed una maggiore tutela degli immobili (e di conseguenza dei cittadini).
Proprio per questo motivo, il sismabonus è un incentivo formulato per favorire una messa in sicurezza delle abitazioni e delle attività produttive situate in zone sismiche (esclusi gli edifici in zona 4), le cui spese potranno usufruire di una detrazione maggiorata a sua volta del 110%. Questa percentuale può però scendere fino al 90% in caso di cessione del credito ad un’impresa assicurativa ed una conseguente stipula di una polizza atta ad tutelare il rischio di danni causati da, appunto, eventi sismici.
La spesa massima consentita per poter accedere al bonus è di 96mila euro, da moltiplicare per le differenti unità immobiliari nel caso di intervento su complessi abitativi o produttivi. Si continua, dunque sulla scia di una politica “green” sempre più attenta alla sicurezza, che favorisce dunque interventi a favore di un consumo energetico più razionale ed una maggiore tutela degli immobili (e di conseguenza dei cittadini).
BONUS CASA
Tra i bonus che non rientrano nella maggiorazione del SuperBonus vi è il Bonus Casa.
Questo bonus consiste in una detrazione fino al 50% dell’Irpef sulle spese sostenute dai cittadini che decidono di ristrutturare parte della propria abitazione. Il massimale di spesa previsto per poter usufruire di questo bonus è di 96mila euro fino a dicembre 2020, ma gli interventi sono da effettuare esclusivamente sugli edifici residenziali: in caso di utilizzo promiscuo dell’immobile, il massimale della detrazione si abbassa fino ad un limite del 25%.
Ma quali sono i lavori che permettono l’accesso al Bonus Casa?
Tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo.
Insomma, anche in questo caso viene privilegiata la possibilità di favorire il riammodernamento delle strutture obsolete ed il miglioramento della sicurezza per le abitazioni. L’accesso a queste agevolazioni fiscali è garantito non soltanto ai proprietari degli immobili, ma anche a coloro che traggono vantaggio dagli interventi e, per questo, ne sostengono nel concreto le spese.
Possono infatti usufruire del Bonus casa:
Infine, i soggetti che decidono di effettuare in proprio i lavori sopra elencati, possono a loro volta usufruire del bonus ma nei limiti della spesa relativa all’acquisto dei materiali. Gli interventi atti, invece, a migliorare l’approvvigionamento energetico dell’edificio o alla messa in sicurezza dalla minaccia sismica, rientrano come detto nella maggiorazione di detrazione del 110% prevista dall’Ecobonus e dal Sismabonus.
Questo bonus consiste in una detrazione fino al 50% dell’Irpef sulle spese sostenute dai cittadini che decidono di ristrutturare parte della propria abitazione. Il massimale di spesa previsto per poter usufruire di questo bonus è di 96mila euro fino a dicembre 2020, ma gli interventi sono da effettuare esclusivamente sugli edifici residenziali: in caso di utilizzo promiscuo dell’immobile, il massimale della detrazione si abbassa fino ad un limite del 25%.
Ma quali sono i lavori che permettono l’accesso al Bonus Casa?
Tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo.
Insomma, anche in questo caso viene privilegiata la possibilità di favorire il riammodernamento delle strutture obsolete ed il miglioramento della sicurezza per le abitazioni. L’accesso a queste agevolazioni fiscali è garantito non soltanto ai proprietari degli immobili, ma anche a coloro che traggono vantaggio dagli interventi e, per questo, ne sostengono nel concreto le spese.
Possono infatti usufruire del Bonus casa:
- locatari;
- comodatari;
- soci di cooperative sia divise che indivise;
- imprenditori individuali;
- società collettive semplici;
Infine, i soggetti che decidono di effettuare in proprio i lavori sopra elencati, possono a loro volta usufruire del bonus ma nei limiti della spesa relativa all’acquisto dei materiali. Gli interventi atti, invece, a migliorare l’approvvigionamento energetico dell’edificio o alla messa in sicurezza dalla minaccia sismica, rientrano come detto nella maggiorazione di detrazione del 110% prevista dall’Ecobonus e dal Sismabonus.
BONUS VERDE
Il Bonus Verde prevede una detrazione pari al 36% per una spesa massima di 5mila euro su lavori riguardanti lo sviluppo e la tutela delle aree verdi appartenenti o comunque contigue all’immobile.
Si parla infatti ad esempio di sistemazione e recinzione di aree pertinenti all’edificio, creazione o rinnovamento di impianti di irrigazione, realizzazione di pozzi o di coperture a verde. La ripartizione della detrazione è pari a 10 quote annuali, con un massimale di 1800 euro di detrazioni per le spese documentate e tracciate (pagamento tramite bonifico bancario o postale). All’interno del monte spesa possono rientrare anche la manutenzione o la progettazione degli interventi, attività in ogni caso necessarie alla corretta ed efficiente realizzazione dei lavori in questione.
Si parla infatti ad esempio di sistemazione e recinzione di aree pertinenti all’edificio, creazione o rinnovamento di impianti di irrigazione, realizzazione di pozzi o di coperture a verde. La ripartizione della detrazione è pari a 10 quote annuali, con un massimale di 1800 euro di detrazioni per le spese documentate e tracciate (pagamento tramite bonifico bancario o postale). All’interno del monte spesa possono rientrare anche la manutenzione o la progettazione degli interventi, attività in ogni caso necessarie alla corretta ed efficiente realizzazione dei lavori in questione.
BONUS FACCIATE
Un’agevolazione piuttosto interessante, pur non rientrando nel superbonus del 110%: il Bonus Facciate rappresenta un incentivo agli interventi di abbellimento e decoro delle città italiane, favorendo i lavori, appunto, sulle facciate degli edifici presenti nei centri storici e nelle zone di completamento. La detrazione, in questo caso, è del 90% e non prevede alcun tipo di limite di spesa. Possono accedervi sia i proprietari che gli inquilini, residenti e non, persone fisiche o imprese. La detrazione è ripartita in 10 quote annuali e le spese devono essere effettuate, chiaramente, nell’anno corrente. Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, la richiesta va inoltrata all’ENEA comunicando tutti i dettagli degli interventi effettuati.
Ma quali sono i lavori specifici per cui è possibile richiedere il bonus?
Rientrano nelle specifiche gli interventi di restauro alle strutture opache della facciata, la pulitura e la tinteggiatura di balconi e ornamenti, includendo nella spesa totale anche progetti, materiali ed eventuali strutture funzionali allo svolgimento dell’attività prevista. Oltre alla differenza percentuale della detrazione rispetto ad Ecobonus e Sismabonus, nell’ambito del Bonus Facciate non è possibile altresì cedere il credito o richiedere uno sconto in fattura al fornitore.
Ma quali sono i lavori specifici per cui è possibile richiedere il bonus?
Rientrano nelle specifiche gli interventi di restauro alle strutture opache della facciata, la pulitura e la tinteggiatura di balconi e ornamenti, includendo nella spesa totale anche progetti, materiali ed eventuali strutture funzionali allo svolgimento dell’attività prevista. Oltre alla differenza percentuale della detrazione rispetto ad Ecobonus e Sismabonus, nell’ambito del Bonus Facciate non è possibile altresì cedere il credito o richiedere uno sconto in fattura al fornitore.
BONUS MOBILI ED ELETTRODOMESTICI
Anche l’acquisto di mobili ed elettrodomestici (di classe A+ o A per i forni) è stato incentivato con il Decreto Bilancio per il 2020 per una detrazione totale del 50% su una spesa massima di 10mila euro. L’acquisto, per rientrare nel bonus, deve però essere affiancato da un intervento di ristrutturazione dell’intero edificio, per cui è possibile ovviamente richiedere la relativa detrazione secondo le condizioni osservate in precedenza.
Nonostante il processo parallelo delle due tipologie di intervento, l’acquisto dei mobili o degli elettrodomestici può avvenire anche in precedenza rispetto alla spesa della ristrutturazione, a patto che venga comunicato con le giuste tempistiche all’ENEA. Anche in questo caso la detrazione si struttura su 10 quote annuali ed alla spesa si possono aggiungere anche le somme utilizzate per il trasporto ed il montaggio degli arredi.
E’ bene ricordare brevemente che gli interventi edilizi necessari affinché si possa accedere al Bonus Mobili ed Elettrodomestici sono quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, i lavori di ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo, oltre agli interventi di ripristino dell’edificio in seguito a danneggiamenti dovuti ad eventi calamitosi.
Nonostante il processo parallelo delle due tipologie di intervento, l’acquisto dei mobili o degli elettrodomestici può avvenire anche in precedenza rispetto alla spesa della ristrutturazione, a patto che venga comunicato con le giuste tempistiche all’ENEA. Anche in questo caso la detrazione si struttura su 10 quote annuali ed alla spesa si possono aggiungere anche le somme utilizzate per il trasporto ed il montaggio degli arredi.
E’ bene ricordare brevemente che gli interventi edilizi necessari affinché si possa accedere al Bonus Mobili ed Elettrodomestici sono quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, i lavori di ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo, oltre agli interventi di ripristino dell’edificio in seguito a danneggiamenti dovuti ad eventi calamitosi.
CONTO TERMICO
Il meccanismo che regola il conto termico esce leggermente dagli schemi che abbiamo visto fin ora: si tratta infatti di un incentivo senza scadenza che può oscillare dal 40 al 65% ed essere suddiviso in quote annuali che vanno da 2 a 5 a seconda della tipologia di intervento. Se invece la spesa non dovesse superare i 5mila euro, il pagamento può avvenire anche in un’unica soluzione.
Questi incentivi sono erogati dal Gestore dei Servizi Energetici, a cui è possibile inoltrare la richiesta in via telematica. Gli interventi che risultano essere coperti da questo incentivo, sono infatti relativi alla riqualificazione energetica ed all’utilizzo di forme di energia rinnovabili su abitazioni esistenti e regolarmente accatastate. I lavori possono riguardare, come detto, l’incremento dell’efficienza energetica dell’immobile attraverso un efficientamento dell’involucro (pareti esterne, serramenti, illuminazioni interne ecc.) oppure installando piccoli sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili (come ad esempio pannelli solari) per sostituire eventuali impianti pre-esistenti.
L’incentivo viene solitamente erogato in maniera semplice ed in tempi particolarmente ridotti (in caso di una spesa di circa 5mila euro si parla anche di soli due mesi), allo scopo di favorire un utilizzo più ampio di energia “green”, dotando inoltre gli immobili di una struttura atta a contenere la dispersione di calore e, di conseguenza, i consumi energetici.
Questi incentivi sono erogati dal Gestore dei Servizi Energetici, a cui è possibile inoltrare la richiesta in via telematica. Gli interventi che risultano essere coperti da questo incentivo, sono infatti relativi alla riqualificazione energetica ed all’utilizzo di forme di energia rinnovabili su abitazioni esistenti e regolarmente accatastate. I lavori possono riguardare, come detto, l’incremento dell’efficienza energetica dell’immobile attraverso un efficientamento dell’involucro (pareti esterne, serramenti, illuminazioni interne ecc.) oppure installando piccoli sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili (come ad esempio pannelli solari) per sostituire eventuali impianti pre-esistenti.
L’incentivo viene solitamente erogato in maniera semplice ed in tempi particolarmente ridotti (in caso di una spesa di circa 5mila euro si parla anche di soli due mesi), allo scopo di favorire un utilizzo più ampio di energia “green”, dotando inoltre gli immobili di una struttura atta a contenere la dispersione di calore e, di conseguenza, i consumi energetici.